Cos'è questa frolla senza pretese vi chiederete? Beh, la sua storia ha inizio molti anni fa, quando ancora bimba, iniziavo con mia grande gioia (un pò meno per la mami che doveva ripulire!) a pasticciare in cucina. 2 soli erano i miei cavalli di battaglia: un ciambellone bicolore e la pasta frolla con cui alternavo crostate e biscotti. Quanto ero soddisfatta di queste mie preparazioni! Il ciambellone era diventato un cult per ogni incontro tra amiche e non mancava mai alle feste di compleanno come un mio ulteriore omaggio al festeggiato.
Per quanto riguarda la frolla, ne ricavavo dei biscottini semplicissimi, ai quali spesso non davo nemmeno una "rispettabilità" formale, nel senso proprio di forma perchè al mio papi piacevano irregolari per cui stendevo la sfoglia e col coltello ricavavo dei rettangoli dividendo la sfoglia in strisce verticali e poi orizzontali. Mio padre impazziva per quell'impasto dal sapore rustico, non troppo fine, dove a ogni morso si sentivano ancora i granellini di zucchero e l'aroma della zeste di limone.
Col passar degli anni, e questo blog ne è la prova, la mia passione per "i fornelli" e la cucina in ogni sua declinazione è aumentata, portandomi, seppur da autodidatta, a studiare per capire come funzionino certe combinazioni di ingredienti, la chimica che si nasconde dietro ogni ricetta di successo, il perchè dell'utilizzo di una particolare tecnica rispetto a un'altra; insomma, volevo imparare e diventar padrona di quello che facevo in cucina.
Anche la pasta frolla, ovviamente, è stata tra le preparazioni base soggetta ai miei studi e col tempo ho affinato la mia ricetta per fare i biscotti, differenziandola da quella per fare crostate o sablè o sucreè ecc scoprendo la diversa consistenza del prodotto finale nonchè anche il diverso ordine di lavorazione degli ingredienti che porta a diversi risultati. Insomma, la mia pasta frolla non aveva più niente a che vedere con quella semplice e volgare pasta frolla degli inizi e di questo ne ero contenta.
PERO', il mio amato papi, per quanto apprezzasse tutti i miei risultati di "haute" pasta frolla, ha sempre detto: "Buoni però a me piacciono quei biscotti facili facili che facevi una volta!". A questa affermazione, non vi nascondo che facevo una faccia quasi inorridita e dicevo "Papi, ma come fanno a piacerti quei biscotti, non so nemmeno se riuscissi a rifarli" (quasi a voler dire che per me era impossibile regredire a quei livelli di inesperienza!). Poi improvvisamente, in questi giorni, dopo l'ennesima volta che mio papi esprimeva la sua preferenza per la mia prima frolla, ho capito come sia stata egoista nel corso di questi anni a privarlo di un sapore a lui caro, magari, anzi certamente, anche associato a dei ricordi, un confort food, solo perchè troppo presa dalla mia ascesa culinaria!
Ecco perchè, il giorno della festa del papà, il mio regalo dolce per il mio amatissimo papi, non saranno le ovvie zeppole di S.Giuseppe, seppur tentata sempre per sperimentare ricette a mio avviso (errato) più degne di nota, ma i suoi amatissimi biscotti senza pretese, quando a cucinarli era solo una bimba che, sprezzante delle urla della mami e spalleggiata dal papi che diceva: "Lasciala fare!", non vedeva l'ora di mettere in mostra tutto il suo amore impastando, davanti agli occhi pieni d'amore del suo papi, sul tavolo di marmo, gli ingredienti del caso: farina, tuorli, zeste di limone, burro, zucchero semolato e una puntina di lievito, e ansiosa aspettava la cottura dei biscottini in forno e ancora bollenti correva a farli assagiare al suo papi per vedere il suo sorriso a ogni morso e sentirsi dire "Mmmmmmmmmh come sono buoni! Brava a papà!"
TI AMO TANTO PAPA'.